martedì 26 maggio 2015

mozione assemblea sindacale 19 maggio 2015



Comunicato a seguito dell’assemblea sindacale del 19 maggio 2015:



Dopo ampia illustrazione del DDL di riforma della scuola da parte del rappresentante sindacale Silvano Guidi, i presenti votano all’unanimità la seguente mozione

MOZIONE

Il personale docente e non docente dell’IIS Frisi, riunito in assemblea in orario di servizio il 19 maggio 2015, in merito al DDL di riforma della scuola del Governo Renzi esprime quanto segue:
·         un qualsiasi progetto di riforma con la volontà “epocale” di fare la scuola con tutti i suoi attori avrebbe richiesto una consultazione prima di qualsiasi elaborazione tra chi nella scuola opera quotidianamente nelle difficoltà e ha contribuito in questi anni a conservarne valore e dignità;
·         il disegno complessivo maschera la volontà di eliminare la contrattazione, sia nella parte salariale sia in quella normativa, riducendo al silenzio i lavoratori ed azzerando il ruolo della contrattazione stessa;
·         la riforma non prevede investimenti in quanto l’unica spesa prevista, l’assunzione dei precari, è evidentemente finanziata con altri tagli quali il blocco dei contratti, il taglio della progressione economica, il taglio delle supplenze brevi;
·         l’assunzione non più rinviabile di 150.000 precari è usata come merce di scambio “populista” per far passare un peggioramento, questo sì epocale, delle condizioni di lavoro, economiche e salariali di tutto il personale della scuola;
·         il progetto non contiene un sostanziale e coerente modello pedagogico-formativo su cui didatticamente confrontarsi con i docenti;
·         la stendardo dell’organico funzionale non servirà a potenziare le attività didattiche, ma a gestire le supplenze e i collaboratori vicari (e non) lasciati senza più esonero dalla legge di stabilità: la maggioranza delle assunzioni non aggiungerà cattedre all’organico di diritto, ma creerà un limbo informe di docenti a disposizione;
·         partendo da una presunto disvalore della anzianità e della esperienza, si intende minare il concetto di collegialità affidando la crescita della struttura didattica al ruolo rafforzato dei dirigenti e all’indebolimento degli organi collegiali;
·         l’uso dei rituali slogan sul merito non dimostra certo la reale efficacia dei presunti processi emulativi che per osmosi dovrebbero sospingere il Sistema Scolastico italiano a più alti livelli di qualità.
·         Il personale ATA è totalmente escluso dal “piano straordinario di assunzioni” previsto per l’anno prossimo. Non si capisce con quali risorse umane e finanziarie potranno realizzarsi il “potenziamento dell’offerta formativa” e “l’apertura pomeridiana delle scuole” che il DDL si prefigge (art. 2, comma 3), oltre il normale funzionamento della scuola.

In conclusione l’Assemblea Sindacale
esprime
un parere fortemente negativo sul Piano scuola proposto dal governo e ritiene provocatorio che, alle ripetute attestazioni di apprezzamento e stima rivolte dal governo ai lavoratori della scuola, ai conclamati impegni di una giusta valorizzazione professionale, facciano riscontro scelte diametralmente opposte che prospettano il blocco totale delle retribuzioni fino a tutto il 2018, come effetto combinato del blocco dei contratti, cui si aggiunge il contestuale ulteriore blocco delle progressioni di anzianità anche per il personale ATA;
chiede
·         Il ritiro del DdL in discussione alla Camera dei Deputati , l‘apertura della trattativa per rinnovare il Contratto di lavoro, scaduto da ormai sei anni,
·         un provvedimento d’urgenza per garantire le 150.000 immissioni in ruolo promesse fin dall’inizio del prossimo anno scolastico e un piano di assunzioni per il personale ATA.
·         il miglioramento delle strutture scolastiche e la loro messa in sicurezza;
·         il rinnovo dei contratti e la restituzione degli scatti di anzianità;
·         l’assunzione immediata di tutti gli insegnanti precari su posti qualificati con la riduzione del numero di allievi per classe;
·         che la scuola pubblica sia ampiamente rifinanziata e con risorse pubbliche;
·         che l’autonomia e la “governance” della scuola rimangano collegiali;


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